A testa alta anche tra i marmi
Una goccia nel mare, Modena, alla fiera veronese, ma con qualità ricercate ed apprezzate in tutto il mondo. L’export vola e il mercato tiene… per ora
Una nicchia nella nicchia, il marmo e il suo mondo a Modena, se rapportato ad altre parti d’Italia e al mondo. Eppure, con la ferma capacità di dire la sua. In termini di tecnologia meccanica, prodotti specifici, macchinari ed anche una cava. Tutto molto apprezzato oltre che ricercato, soprattutto dagli operatori esteri.
È quanto emerge dal Marmomacc, la fiera internazionale veronese dedicata al settore che solo quest’anno ha visto la presenza di oltre 1600 realtà imprenditoriali – tra produttori di macchine, estrattori e cavatori, e laboratori – la maggioranza dei quali provenienti dall’estero. Un numero importante – a cui si aggiungono 68 mila visitatori nell’edizione 2018: moltissimi quelli da USA, Russia, India e Cina – per il quale le aziende modenesi presenti corrispondevano a meno dell’1% del totale. Una goccia nel mare.
Cifra che conta relativamente però. Perché il loro peso specifico lo si è misurato da quanto hanno portato e sono riusciti a fare nel corso dei giorni di fiera. Pensiamo a chi è riuscito a vedere prodotti ed addirittura qualcuno dei macchinari per la lavorazione del marmo (più d’uno, presso gli espositori modenesi, portava il cartello con su scritto “venduto”), realizzare ordini consistenti, stabilire nuovi contatti. E se qui si esaurisce la parte degli affari, poco più in la, inizia quella delle novità. Le assenze, in primo luogo (Laminam, tra queste, per la scelta del Cersaie), ma con la presenza, e con un proprio spazio, del Gruppo System, con il progetto “System Stone”. E poi Tecnema entrata nel gruppo internazionale nonché leader mondiale, Breton; la F. C. si è specializzata nel settore della sabbiatura funeraria, verso la quale l’interesse in fiera non è certamente mancato e Nuova Cava Varana (nei pressi di Serramazzoni) i cui materiali sono molto ambiti tra architetti, designer e… anche stilisti.
Un bicchiere mezzo pieno dunque – e anche qualcosa in più – che fa il paio con la fiera, promossa per i modenesi per il punto innovativo mondiale di riferimento che è diventato, e la possibilità di consolidare e sviluppare rapporti: “Meno visitatori? Forse – dicono – ma di livello elevato: più specializzati e competenti rispetto al passato: sanno quello che cercano e che vogliono”.
Infine il mercato: la premessa è che l’export oscilla tra un 40 ed un 90% di prodotto; che nel mondo il made in Italy è fortemente apprezzato e ricercato anche in questo settore; che il mercato interno, salvo qualche raro caso resta in una fase statica, e che il 2018 è stato un anno ancora positivo tra qualche calo e qualche consistente impennata. Sul futuro però nessuno si sbilancia; la fluidità della situazione internazionale, lascia i più in attesa di eventuali evoluzioni, oltre che in assenza di previsioni.
Filippo Pederzini